Con gli interventi di Paolo D’Achille Presidente Accademia della Crusca e Carlo Bartoli, Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti si è chiusa la due giorni del convegno “Giornaliste e giornalisti di fronte alla nostra lingua italiana” che si è svolto alla Villa Medicea di Castello, organizzato da Fondazione dei giornalisti, dall’Ordine dei giornalisti della Toscana in collaborazione con l’Accademia della Crusca.
Due giorni nei quali i giornalisti sono saliti in cattedra per illustrare l’uso del linguaggio su giornali, radio, tv e sul web e si sono confrontati con gli accademici della Crusca. Con ospiti di rilievo si è analizzato il linguaggio della cronaca, quello sportivo, quello culturale e si è parlato anche di linguaggio al femminile.
“La collaborazione con un’istituzione di prestigio come l’Accademia della Crusca ci riempie di orgoglio. E’ un progetto che va avanti dal 2015 e che ha aiutato in questi anni centinaia di colleghi a sciogliere i proprio dubbi e a migliorare l’uso della lingua. Un progetto di collaborazione coerente con la nostra visione della formazione: non solo un obbligo di legge, ma anche e soprattutto una opportunità per offrire ai colleghi momenti formativi di qualità e realmente utili.
Formazione e uso del linguaggio che rispetti gli obblighi deontologici del giornalista, ha ricordato il presidente della Fondazione Marchini . “L’uso di un corretto linguaggio è inoltre parte integrante dei nostri obblighi deontologici. Penso ad esempio al linguaggio di genere, al rischio di veicolare stereotipi sessisti, o peggio, in maniera latente. Un tema così importante tanto che nei prossimi giorni nascerà ufficialmente un Osservatorio indipendente sui media contro la violenza nel linguaggio sulle donne, promosso dalla Sapienza a Roma. Ma l’uso di un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole è alla base del Testo Unico dei Doveri del Giornalista, la nostra bussola per l’esercizio di un buon giornalismo. Uso corretto della lingua e informazione vanno dunque di pari passo, come ha detto il nostro presidente Carlo Bartoli”
Non esiste rivoluzione tecnologica che possa far passare di moda questi principi – ha concluso Marchini. “Ed è sul solco di questi principi che siamo chiamati a svolgere la nostra funzione preziosa, in difesa della Costituzione e del diritto dei cittadini a essere informati”.